Nella Valle di Arroscia, nell’entroterra di Albenga, viene coltivato un aglio antico, che ha rischiato di andare perduto: l’aglio di Vessalico.


Cresce su un terreno asciutto, drenato e calcareo: è un ambiente impervio, ma il mare è vicino, e il clima mite è l’ideale per la coltivazione dell’aglio. Gli agricoltori locali si tramandano i bulbi di generazione in generazione, insieme alle tecniche di coltivazione e confezionamento.


La coltivazione è manuale e soprattutto biologica, scelta finalizzata a preservare le caratteristiche chimiche e organolettiche dell’aglio. Negli ultimi anni, inoltre, è stata introdotta con successo la tecnica della solarizzazione, che sterilizza il terreno grazie al calore del Sole.


L’artigianalità è necessaria, perché è un’agricoltura sui tradizionali terrazzamenti. Ci vogliono attenzione e lavoro manuale, che ritroviamo nel confezionamento: le teste d’aglio non sono recise dalla pianta, ma unite in trecce fatte a mano (reste) con tredici teste. L’operazione va svolta la sera e la mattina, quando le teste d’aglio sono più umide e le foglie non si spezzano.

La passione condivisa dei produttori ha trovato il supporto della Fondazione Slowfood che ha creato il Presidio dell’aglio di Vessalico.

Noi di Rossi 1947 scegliamo l’aglio di Vessalico per il suo sapore intenso e delicato, la sua buona digeribilità e il legame alla nostra terra.